Era l’inizio del nuovo millennio quando il
Vecchio Fienile che appartiene da sempre alla famiglia di Paolo Perrone viene trasformato in agriturismo: un luogo ospitale che basa
la sua ragion d’essere sulla produzione di ortaggi e in particolare
sulla coltivazione di un prodotto di nicchia, la lenticchia di
Mormanno, un sapore tipico e unico del Pollino. «Fino ad alcuni anni
fa, si credeva che questo piccolo legume fosse andato perduto, poi i
tecnici dell'Agenzia Regionale per i Servizi di Sviluppo Agricolo della
Calabriane hanno recuperato alcune piccole quantità che alcuni
agricoltori come me conservavano per autoconsumo e si è deciso insieme
di promuoverne nuovamente la produzione. Ancora oggi la sua coltivazione
segue le tecniche che si praticavano qui sul Pollino nei secoli scorsi:
niente trattamenti artificiali, concimazioni o diserbanti chimici. Facciamo tutto a mano.
Soprattutto la raccolta delle piantine durante la quale vengono
eliminate le erbacce e la setacciatura che serve a separare i semi
dalle impurità residue». Un processo lungo e dispendioso che
coinvolge ogni singola lenticchia e porta ad ottenere un prodotto di
qualità impareggiabile. Le sue sono storie raccontate proprio “in
forma di lenticchia”, con l’antico setaccio in una mano e i preziosi
legumi nell’altra: «Se dovessi suggerire a qualcuno il sapore vero
del Pollino indicherei proprio loro. Magari preparate con le
salsicce per condire i tagliolini oppure trasformate in crema e
spalmate sopra una bruschetta insieme ad un filo d’olio extravergine
d’oliva delle nostre parti». Per Paolo e la sua azienda il Parco
rappresenta un punto di riferimento indispensabile: «Le qualità
naturalistiche del paesaggio, le tradizioni culturali, storiche ed
enogastronomiche che si respirano e si vivono quotidianamente in
questa terra protetta e tutelata, sono il vero valore aggiunto per
una piccola azienda come la mia». Se gli si chiede quale sia il suo
luogo del cuore risponde Il Giardino degli Dei, a Terranova di
Pollino: «Qui si può camminare nel bosco rado di pini loricati,
alberi maestosi, relitti viventi dell’ultima glaciazione, veri e
propri simboli eterni di una terra che merita di essere amata».
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